Lisa E Il Suo Papà Vedovo, Parte 1

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Published: 15-Apr-2013

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This work is Copyrighted to the author. All people and events in this story are entirely fictitious.

- Lisa si ricorda che la prima volta un po' di paura l'aveva avuta. Forse non era stata paura vera, ora non ne è più sicura, ma timore e sgomento lo erano stati di certo. Sentirsi svegliare durante il pisolino pomeridiano e sentirsi accarezzare il pancino le avevano fatto battere il cuore forte forte. Socchiudendo gli occhi aveva visto che era papà, era il suo babbo che la stava accarezzando, aveva sollevato la sua gonna e accarezzava lievemente il ventre trattenendo il respiro.

Lisa vuole un bene tremendo al suo papà e, in quel momento non sapeva come agire. Da quando la mamma era stata investita con la sua bicicletta da un camion, loro due erano rimasti soli ed erano riusciti a cavarsela senza bisogno di nessuno. Lisa era diventata per forza di cose la donna della famiglia, e anche se era ancora bambina, si dava da fare in ogni modo per aiutare il papà.

Dalla morte della mamma, lui si era chiuso in silenzi dolorosi e da allora non era più riuscito ad essere allegro come lo era stato prima. Spesso, troppe volte, era triste e taciturno, Lisa ne conosceva la ragione e cercava di stargli più vicino possibile. Erano riusciti a superare momenti difficili loro due soli, si erano creati la loro vita giornaliera senza intrusioni estranee.

Da allora Lisa non fu più la bambina che era stata, la tragedia l'aveva fatta maturare, era seria, sbrigava le faccende di casa il più coscienziosamente possibile, e quando il papà tornava a casa dal duro lavoro stanco e taciturno, lei cercava di rincuorarlo e rinfrancarlo. Aveva imparato presto anche a cucinare, e provava una gioia infinita quando il papà le diceva sorridendo che aveva cucinato come un cuoco, anche se a volte non era vero.

L'affetto forte che prova per il papà le aveva impedito di aprire gli occhi, e col cuore che batteva forte aveva fatto finta di dormire. Un po' per timore...e un po' per una strana emozionante curiosità. Il papà le aveva scostato le mutandine e aveva messo allo scoperto la sua fichetta. Lei sentiva l'aria fresca sulla pelle tenera senza peli, ed aveva avuto la tentazione di chiudere le gambe, ma le mani del papà erano tenere e dolci e il timore che aveva provato si trasformava lentamente in uno strano piacere, il piacere di farsi vedere dal suo papà.

Fino allora lui aveva sempre evitato di metterla in imbarazzo, bussava addirittura alla porta del bagno anche quando lei non era dentro. Il papà era stato alcuni minuti ad osservarla, poi l'aveva coperta dolcemente e se ne era andato. Settimane dopo la cosa si era ripetuta. Alla domenica il papà andava all'osteria, ci andava di rado e quando torna a volte era leggermente brillo. Non sopportava molto il vino, ma Lisa era contenta che lui ci andasse, era felice di sapere che si svagava, un poco giocando a carte e bevendo un bicchiere.

Lei era assopita supina e si svegliò subito nel sentire le mani del papà che le accarezzavano il culetto, rimase col fiato sospeso e il cuore impazzito mentre sentiva che le mutandine scendevano lentamente, avrebbe voluto allargare le coscette, ma il papà si sarebbe accorto che lei non dormiva e lei voleva stare nel cielo degli innocenti. Non sapeva che cosa sarebbe successo se il papà avesse saputo che lei sapeva...inoltre sentiva crescere in lei uno strano piacevole batticuore nel saper che il suo papà vedeva tutto di lei.

Non si era mai fatta vedere nuda da nessuno, solo dalla povera mamma e da zia Adele, la vicina che da tempo si curava di lei come una mamma e che Lisa chiamava zia. Si vergognava anche a scuola quando i ragazzi tentavano di guardare sotto le gonne delle ragazze, lei schivava tutte le occasioni.

Ora non provava nessuna vergogna, solo un gran batticuore, e il batticuore si fece furioso nel sentire che le mani del papà le aprivano le cosce mettendo allo scoperto culetto e fichetta.

Le mani erano calde e tenere, a Lisa aumentavano i battiti del cuore nel sentire con quale tenerezza le mani aprivano le sue natiche e la carne delle cosce, percepiva chiaramente d'avere la fichetta spalancata e le sembrava quasi di sentire lo sguardo del suo papà entrare nel suo ventre e nel suo culetto.

Che cosa succede fra donne e uomini, Lisa lo sapeva, la zia Adele le aveva spiegato tante cose, le disse che fra non molto le sarebbero arrivate le mestruazioni e, con fare scherzoso le aveva detto che dopo doveva stare attenta agli uomini, le aveva spiegato che cosa piace agli uomini e che cosa vogliono dalle donne. La zia Adele le aveva anche insegnato che la fichetta non si deve dare al primo che capita, ma per Lisa il papà non era "il primo che capita" lei lo amava, e cominciava a piacere che fosse lui il primo a vedere la sua fica.

La teoria la sapeva, ma la pratica che si stava verificando le faceva scoppiare il cuore dall'emozione e doveva sforzarsi per tenere il respiro regolare il più possibile per non farsi scoprire sveglia.

Il papà rimase immobile a guardare il suo bel culetto rotondo col buchetto aperto e la sua fichetta spalancata per alcuni minuti, poi la coperse e se ne andò silenziosamente. Lisa provò un leggero dispiacere, avrebbe voluto prolungare il languore e il batticuore che l'aveva colta nel sentirsi nuda sotto lo sguardo del suo papà, aveva provato anche un formicolio al ventre, per lei del tutto sconosciuto.

A tavola il papà l'aveva guardata dolcemente e dopo averle fatto i complimenti per la cena come sempre, l'aveva accarezzata e con voce tenera le aveva detto " Sei il mio angioletto Lisa...sei un tesoro...il mio tesoro."

Lisa aveva notato che il papà a volte era più divertito più allegro del solito, non c'erano più i lunghi silenzi tristi che di sera venivano solo riempiti dalla televisione. Spesse volte scherzava con la figliola e, cosa che non faceva prima, era lui che intavolava conversazioni a tavola e i suoi complimenti suonavano più sinceri.

Lisa ne era felice e aspettava sempre con ansia che il papà si facesse la sua bevuta e la venisse a trovare di nuovo nella sua cameretta. Sembrava però che il suo papà si fosse scordato delle sue scappatelle e anche se lei lo incitava ad andare al caffè con gli amici, lui diceva che voleva restare con la sua bella figlioletta, che preferiva la sua compagnia a quella degli amici.

Una domenica però lei ci riuscì, il babbo se ne andò e lei sperò con tutto il cuore che tornasse un po' brillo. Aveva preparato la cena, l'aveva coperta coi piatti e si era coricata in attesa. Sentì col batticuore i passi incerti del papà che si avvicinava alla sua cameretta e chiuse gli occhi sperando che lui entrasse, spalancò le coscette e si scoprì il pancino aveva anche indossato le mutandine più minute che aveva.

Poco dopo, quando sentì che il babbo era accanto al letto, dovette sforzarsi per mantenere il respiro regolare come se dormisse pesantemente. Passarono minuti che a lei sembrarono un'eternità e, finalmente le mani del babbo l'accarezzarono, scesero lievi e leggere lungo le coscette e ritornarono sul suo pancino nudo. Una mano del babbo si posò leggera come una farfalla sulla protuberanza del suo fichino e si soffermò su di lui lievemente.

Lisa sperò che il babbo non s'accorgesse che lei aveva il cuore che batteva come un pazzo e che la sua piccola fica cominciava a pulsare e a gonfiarsi, dovette sforzarsi di rimanere ferma quando le mutandine le vennero sfilate centimetro per centimetro. Anche la camicetta le venne sfilata lentamente, troppo lentamente, lei si dovette sforzare per fare l'addormentata, aveva l'impressione che durasse un secolo.

Quando si sentì tutta nuda avrebbe voluto aprire gli occhi per vedere in viso il suo papà, ma si trattenne e si sforzò faticosamente di mantenere il respiro regolare anche se sentiva che aveva le puntine delle tettine gonfie e che frizzavano. Soffocò a stento un gemito quando sentì le mani del babbo sulla sua fichina, si sentì aprire le piccole labbra e un alito caldo sfiorarle la pelle sensibile delle cosce. Il suo cuore batteva talmente forte che aveva paura che anche il babbo lo sentisse, il battito del cuore non era niente al confronto del dolce malessere che sentiva nella testa.

La sua mente si stava svuotando in modo inconsueto, sentì che tutti i suoi sensi si erano trasferiti fra le sue gambe, là dove la sua vergine fica stava pulsando e gonfiando. Sentì anche che il respiro del suo papà si era fatto agitato, a lei piacque sentirlo così eccitato e, quando un dito si infilò titubante e delicato nella sua piccola fica, lampi colorati le scoppiarono nel cervello.

Dovette fare uno sforzo tremendo per non gemere, sentì con languore soffocato che il dito cominciava a scorrere sempre più facilmente lungo la sua fichetta che s'inumidiva. Il dito scorreva su e giù e si infilava a volte dentro la sua fichina di poco. Lisa provò la stessa confusione in testa come quando al Luna Park era stata sulla giostra e il ragazzo le aveva dato da bere. Ora però era bello molto più bello.

La sua passerina si inumidiva copiosamente e lei sentì che il papà si succhiava le dita e ritornava ad accarezzare il suo fiore di carne aperto, le accarezzava le labbra gonfie e scivolava su e giù con una lentezza e una delicatezza che a Lisa sembrava di scoppiare da un momento all'altro. I gemiti che doveva trattenere ad occhi chiusi e col corpo inerte diventavano un struggente supplizio, meno male che il papà la voltò delicatamente a pancia in giù e lei potè mordere le lenzuola senza essere vista.

Si sentì il cuore in gola e immobile col viso schiacciato potè sbarrare gli occhi e soffocare il respiro affannoso dentro il cuscino. Sentì che il babbo le spalancava le guance del culetto ed accarezzava il buchetto con le dita umide facendole venire un brivido, poi le accarezzò lievemente le natiche e lei sentì un tuffo al cuore quando lui appoggiò la sua bocca sulla sua pelle e comincò a baciarle con labbra ardenti il culetto nudo e fresco. Poi la coprì amorevolmente e se ne andò silenziosamente lasciandola col cuore impazzito.

Lisa impiegò del tempo per addormentarsi, non perché era stata senza cena, ma il pulsare del sangue nelle vene e nella fichetta ci impiegarono molto a tornare normali. Ora da un paio di giorni il babbo è tornato ad essere silenzioso e non sorride a lei come prima, ma Lisa crede di sapere il motivo e si sforza di essere allegra per due. Vorrebbe dire al sua papà di non essere triste...che non ha fatto niente di male, Cerca di essere disinvolta e lo costringe a sorridere con moine e gesti infantili e, poco a poco ci riesce.

Alla sera davanti alla televisione si corica accanto a lui e appoggia il capo sulle sue ginocchia con naturalezza, lui le accarezza i capelli e a volte gli scappa " Sei un vero tesoro Lisetta...sei una bella bambina...ti voglio bene..."

"Anch'io ti voglio bene papà, tanto e ancora tanto...manon sono più una bambina."

"Oh sì, sei una bambina...la mia bambina..."

Nella sua mente Lisa si convince di poterlo rinfrancare e di scacciare la sua malinconia con pose da donna, si fa trovare in mutandine con le gambe nude e le tettine sporgenti sempre più spesso quando esce dal bagno o dalla sua cameretta. Prima non l'aveva mai fatto.

"Guarda papà, ti piace la mia maglietta nuova?" Vede che il papà è imbarazzato e che cerca di scostare lo sguardo, ma lei vuole che cominci a considerarla una ragazza, che si sbilanci un po', che si riveli come quando ha bevuto, che ammetta senza pudore che lei sta diventando una donna. A volte Lisa pensa di affrontare il problema direttamente, ma possiede ancora la timidezza della ragazzina, preferisce giocare con il caso, forzare situazioni e se del caso crearle.

Dorme sempre più spesso nuda con la speranza che il babbo entri nella sua stanzetta a vedere se dorme, non riesce a dimenticare lo struggimento e il subbuglio che ha avuto nella mente mentre il papà le accarezzava la fichina e sente sempre più forte la voglia di sentire la sua fichetta bagnarsi e gonfiarsi. Di notte, a volte, si accarezza e pensa alle mani del babbo, le vorrebbe sentire scorrere sul suo corpo, a volte riesce a procurarsi un po' di piacere fingendo che le mani che allargano le labbra della sua fica e che strizzano i capezzoli siano quelle del suo papà.

La sua fantasia è però limitata alla sua scarsa esperienza in materia, immaginarsi le mani del papà sul suo corpo è una fantasia nitida, ma il "dopo" è solamente un miscuglio confuso di corpi nudi, di carezze e gemiti. La zia Adele è l'unica che può chiarirle il "dopo", e Lisa dopo una domenica che il babbo le aveva fatto una...visitina, trova il coraggio di incanalare la conversazione con la signora, sul tema che più le interessa.

Lisa non è stupida, è abituata da tempo ad essere attenta e coscienziosa, a scuola è una delle prime della classe, e la zia Adele lo sa. Adele vuole bene a Lisa, ormai è molto legata e affezionata alla bambina che ormai è diventata una ragazzina seria e capisce perfettamente che stanno per cominciare certi problemi.

"Lisetta mia, ho l'impressione che ci sia un ragazzo di mezzo...o mi sbaglio? Non mi faresti altrimenti certe domande," Lisa non ha mai avuto segreti con zia Adele, è come fosse una mamma per lei, pensa alle carezze del babbo di ieri sera e abbassa gli occhi "Beh...sì..."

"E...ti ha toccata? Ha allungato le mani?"

"Beh...sì mi ha accarezzata e..."

"E' stato prepotente? Ti ha forzata a..."

"Oh no no zia Adele, non mi ha forzata...è stato tenero...dolce..." Lisa pensa con languore alle carezze del babbo, ieri sera, quando le accarezzava le tettine mentre lei faceva l'addormentata. Ricorda i brividi che doveva nascondere nel sentire con quale tenerezza il papà le lisciava tutto il corpo...

"Oh Lisetta cara, se è così va bene...vedo che hai gli occhi che luccicano...lo so che è bello sentirsi amata, sentirsi coccolare da un uomo fa venire le lucciole nella testa e battere forte il cuore...ti ha anche toccato...fra le gambe? Ti ha accarezzato l'albicocca?"

Lisa abbassa gli occhi, ha il timore di rivelare tutto il piacere che ha provato nel sentire le dita del babbo nella sua fichetta bagnata.

"Sì zia...mi ha accarezzato anche lì...e mi è piaciuto..."

"Oh Lisa...Lisetta cara, non ti devi vergognare, sono felice che ti sia piaciuto, ma stai attenta gli uomini vogliono sempre di più. Si possono fare tante cose belle... senza fare tutto...ci sono tanti modi per... gli hai toccato il pisello?"

"No, no zia, non...l'ho ancora..."

"Beh stai attenta...il pisello degli uomini sembra piccolo e innocente ma, quando sono con una donna diventa grosso duro e prepotente..."

Lisa ne ha avuto sentore, il babbo se l'era presa in braccio e l'aveva coricata su di lui, lei aveva sentito bene che un bastone duro le premeva il ventre, aveva dovuto frenare l'istinto del suo pancino che si voleva premere a scatti su quella durezza e che le faceva tremare il cuore.

"...e te lo vogliono ficcare nella pancia. Tutto a suo tempo bambina mia, si possono fare tante cose, con la bocca per esempio..."

"Con la bocca?"

"Sì con la bocca. La bocca è molto importante, per tutti, per gli uomini e per le donne: Gli uomini leccano l'albicocca e le donne il pisello..."

Lisa era molto interessata a quel dialogo con la zia Adele e si stupì non poco a quella notizia.

"Ma zia...si fa la pipì..."

"Beh sì...serve anche per questo ma, serve anche per...beh te ne accorgerai e, credimi Lisetta se le vuoi bene vedrai che ti scoppierà il cuore sentire il suo pisello in bocca...o la sua lingua nella tua pancina."

Lisa è ancora una volta costretta ad abbassare gli occhi, la zia potrebbe leggervi che lei ha già sognato di sentire la lingua del suo babbo a frugarle la fichetta come ha fatto con le dita.

"...e per loro, e anche per noi donne è molto importante. Non è solo facendo i letti e cucinando che si fa l'amore, noi lavoriamo in casa e loro in fabbrica, il vero amore si fa a letto...o anche in altre parti, ma con il corpo..." Adele si sente ritornare fanciulla, la sua bambina non deve fare gli sbagli che ha fatto lei.

"...e non devi farti riguardo, se poi...beh te lo vuole mettere nella pancia...ci devi pensare se è l'uomo giusto. Sai gli uomini s ono un po' stupidi pensano sempre che la più bella cosa del mondo sia essere il primo, e poi pensano che devono restare sempre gli unici, ma succedono tante cose che nessuno sa prevedere e che fanno parte della vita..."

La zia Adele non può immaginare l'effetto che hanno fatto le sue parole, hanno aumentato il desiderio di Lisa di sapere cosa sia il "dopo" il batticuore nel ricevere le carezze, ormai non pensa ad altro, il fuoco che a volte sente nel ventre è sempre accompagnato dalla visione del pisello del papà, se lo immagina confusamente, non l'ha mai visto ma, solo nell'immaginarselo si sente illanguidire. Le sue moine e il suo esagerato attaccamento verso il padre, hanno fatto che lui è spesso allegro.

Ora è più facile per lei convincerlo ad andare al bar con gli amici alla domenica. Come spesso poi lui la visita un po' brillo e lei si fa trovare a letto addormentata. Come sempre. Sembra quasi diventato un tacito gioco, lui la spoglia e le accarezza la fichetta che ormai si gonfia ad ogni tocco come una pesca. E si bagna, lui la sfiora e lascia scivolare le dita sulla carne tenera facendola sospirare con gli occhi chiusi. Forse lui pensa che stia sognando.

Una domenica finalmente il babbo si fa più coraggioso, forse ha bevuto più del solito, bacia il suo pancino e allargandole le coscette scende a sfiorare la piccola fica gonfia. Lisa crede di morire, quello che ha detto zia Adele è vero, sentire la lingua del babbo che si avvicina alla fica le fa balzare il cuore impazzito in gola, cerca disperatamente di frenare i suoi sospiri che vorrebbero diventare gemiti, si lascia affogare nello struggimento che le sta sconvolgendo la mente. La lingua del papà comincia a leccare le labbrine gonfie della sua fichina e sta succhiando l'umore che la ricopre. Lisa sente che l'alito del babbo le scalda la pancina e che il respiro le entra dentro come un vento caldo che la fa bruciare.

Gli occhi gli si inumidiscono ed è costretta a mordersi le labbra per non gridare. Il babbo è con la sua testa fra le sue cosce e sta leccando dolcemente, non s'accorge che lei lo sta guardando impazzita di piacere con gli occhi umidi, lo sta vedendo confuso come un sogno. Vorrebbe lasciarsi andare ai guizzi che nascono nel suo corpo come fiondate, lo sforzo che deve fare per dominarsi le brucia a poco a poco tutte forze.

Prova quasi sollievo quando sente che il papà non sta più leccando, deve chiudere gli occhi perché lui si è alzato, si è calato i pantaloni e si è adagiato sul letto vicino alla sua testa. Lisa tiene gli occhi chiusi, non può far capire al babbo che è sveglia, potrebbe smettere e lei non saprebbe mai come sia il "dopo". Sente che le mani del suo papà le stanno girando il viso verso il suo bacino, ne sente il calore e l'odore, un odore nuovo e conturbante, l'odore del suo papà.

La sua bocca che già era aperta per ansimare viene allargata teneramente ed un pezzo di carne bollente si insinua tra le sue labbra. Per un attimo Lisa pensa alle parole di zia Adele, il pisello del babbo è veramente grosso e duro ma non è prepotente, si insinua lentamente tra le sue labbra e avanza leggermente sbattendo contro i suoi dentini e sfiorandole il palato poi si ritira dalla sua bocca come fosse timoroso, per poi tornarci gentilmente.

Sa che ci sono cose belle al mondo che lei ancora non conosce ma, sentire la carne del suo papà in bocca è certamente una delle più belle. La sua piccola fica è d'accordo, pulsa e frizza bagnandosi continuamente. Istintivamente vorrebbe stringere le labbra per imprigionare il pisello del babbo, ma non può rischiare di perdere questi momenti deliziosi, la bocca che il papà tiene aperta con mani tenere le permette di respirare e ansimare continuando la finzione.

Il membro del babbo sembra voler esplorare tutta la sua bocca e il suo viso si raggira sulle sue labbra e lascia dappertutto una scia di calore e di sapore meraviglioso, un sapore nuovo e conturbante, è il sapore della parte intima del suo papà, un sapore che non potrà mai dimenticare e che appartiene solo a lei. Anche i sospiri agitati del babbo sono suoi, le entrano nelle orecchie e giungono fino al suo cervello annebbiandolo e scendono anche fino al cuore gonfiandolo da scoppiare. Vorrebbe che il membro del suo babbo rimanesse sempre nella sua bocca, anche se la fa morire il dover rimanere ferma è un enorme supplizio.

Meno male che il babbo si sta scostando, le sta tenendo le cosce allargate ed appoggia il suo bastone di carne bollente sulla pelle suo pancino vellutato e delle sue cosce. Il bastone duro vaga sulla sua pelle lasciando una scia unta e calda, si sposta e circola sul suo ventre teso come volesse scrivere qualcosa, certamente un messaggio d'amore per il suo cuore che sta scoppiando.

Lisa sente che le manca poco per esplodere in un grido, vorrebbe gridare per far capire al papà che è sveglia, che lei è sempre stata sveglia e che gli vuole un bene da morire. Un grugnito soffocato del babbo la sorprende, un grugnito strano accompagnato da guizzi del letto e da una fontana di liquido caldo che le sta innaffiando tutto il pancino. Gli spruzzi che sente la inebriano, sono caldi e hanno un odore strano, maschio, l'odore del suo papà. Rimane come tramortita anche dopo che il babbo l'ha pulita delicatamente e se n'è andato silenziosamente raccogliendo i suoi pantaloni

A Lisa pare di sognare un sogno meraviglioso, che non è stato un sogno ne ha la prova sulla pancia, cerca un po' di liquido sul suo ventre e si spalma con languore i resti di crema untuosa ed ancora calda su tutta la pelle, sulle tettine in erba, sulle cosce e sul viso. Non si accorge di addormentarsi beatamente spossata mentre ancora si sta spalmando lo sperma del babbo sulla sua pelle.

Al mattino si sente ancora nel cuore resti di felicità, trova il babbo seduto silenzioso davanti alla colazione col capo chino e non può fare a meno di abbracciarlo forte dal di dietro con allegria.

"Buongiorno babbo hai dormito bene? Su non fare il triste, è una bella giornata e io mi sento felice...sai ho fatto un sogno meraviglioso, mi sento come una regina", il babbo le sorride timidamente senza alzare gli occhi "Sono contento per te tesoro...io invece..."

"Su papà, la tua bambina è felice come una Pasqua, non fare questa faccia..." il babbo invece si alza, prende la sua borsa le da un bacio sul capo e sospirando tristemente se la stringe al petto, " Sei un tesoro Lisa...sei il mio tesoro e ti voglio tanto bene...sono contento che tu sia felice."

Se ne va a capo chino come se avesse già una giornata di duro lavoro alle spalle.

Continua

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proud

bellissima storia, molto ben scritta e coinvolgente, eccitantissimi i dettagli. A quando la seconda parte?

TomMix

Storia che fa tirare il cazzo anche ad un eunuco. Bravo Dinosauro

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