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Published: 26-Jul-2013
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A quel tempo avevo circa 28 anni. Lavoravo su cantieri che avevano l'inconveniente di tenermi lontano da Roma per diverse settimane e a volte anche diversi mesi; in compensato avevo ferie pagate di 1 o 2 mesi, durante le quali avevo a disposizione biglietti aerei e noleggio auto gratuiti Dall'inizio dell'anno vivevo con Marianna. Era tre anni più giovane di me, i lunghi capelli biondi e un viso meravgilioso. Devo ammetterlo, era un'ottima partner a letto, che amava gustare il sesso in ogni sua sfaccettatura. Non si tirava indietro di fronte a nulla. Questo è stato probabilmente uno dei motivi principali per il quale mi sono offerto di condividere con lei il mio appartamento.
Marianna era stata sposata fino a due anni prima e da questo matrimonio, molto breve, è nata una figlia, Angela, che aveva appena compiuto 8 anni a giugno. Angela era adorabile, delicata e dolce come sua madre, vivace, allegra e felice per tutto e niente. Aveva i capelli castani e gli occhi di una tonalità nocciola chiaro, frutto della mescolanza tra la madre bionda e un padre (che non ho mai conosciuto o visto in una foto), che doveva avera i capelli marrone scuro.
Marianna lavorava in un grande laboratorio all'altra estremità di Roma, ma guadagnava bene e non voleva assolutamente saperne di cercare un lavoro più vicino a casa.
Angela andava in una scuola abbastanza vicino al nostro appartamento: era una studentessa modello, attenta in classe, sempre interessata, appassionata alle cose nuove che imparava ogni giorno e di cui ci faceva un resoconto dettagliato e divertente ogni sera. Ogni mattina Marianna partiva con Angela, la lasciava a scuola e andava a lavorare. Alle quattro e mezzo Angela andava a casa di una delle sue compagne di classe, faceva merenda e i compiti. Alla fine del lavoro Marianna passava a prenderla per riportarla a casa.
Durante le vacanze Angela andava in campagna con i nonni. La sua assenza permetteva a Marianna e me di essere più liberi, di andare in giro nudi per l'appartamento, e di approfittare di ogni occasione per fare l'amore sul pavimento, sul tavolo da cucina, in piedi sulla terrazza di notte. Quando Angela era a casa, eravamo molto riservati, come suppongo tutti i genitori.
Normalmente noi vivevamo così. Normalmente ... In realtà all'inizio di luglio le nostre abitudini sarebbero state sconvolte da una serie di circostante particolari. Angela era in vacanza dalla fine da luglio, io avevo due mesi di ferie. Abbiamo quindi deciso che saremmo andati al mare dal 20 di luglio al 15 di agosto. Al ritorno avremmo lasciato Angela dai nonni, che l'avrebbero riportata a Roma per l'inizio della scuola.
Marianna andava ancora a lavorare e io ero incaricato di "sorvegliare" Angela, che, come già detto, era una bambina adorabile, molto obbediente, sempre sorridente, e io ero ben felice di vivere con lei, sicuro che le cose sarebbero andate bene tra noi.
Erano i primi giorni del mese di Luglio. Ogni mattina facevamo ognuno le nostre cose, poi andavamo insieme a fare la spesa. Una volta tornati, Angela mi aiutava ad apparecchiare, mangiavamo insieme e quasi ogni giorno la portavo al parco di Villa Borghese, a passeggio per Roma, fino ad arrivare alla fermata del metro, da cui Marianna scendeva di ritorno dal lavoro.
Stamattina Marianna è partita un po in ritardo. Quando è tornata dalla doccia alle 7 era un po' presto. Così quando si è avvicinata al letto l'ho afferrato per la gamba sinistra e l'ho tirata verso di me. Lei ha protestato:
- Smettila, sei pazzo, non voglio arrivare tardi!
Era a carponi e cercava di alzarsi dal letto. Mi è bastato per farle scivolare due dita nella sua vagina calda, che lo sapevo per esperienza, non è mai completamente asciutta. Le ho fatte entrare e uscire velocemente. Lei sì è come pietrificato, in ascolto dell'eccitazione dal suo inguine si diffondeva in tutto il corpo. Approfittando della sua immobilità e la sua posizione, l'ho afferrata per le anche e trattenuta sul letto. Mi sono messo dietro di lei. Il mio pene è lungo e piuttosto grande ed era bello dritto, in posizione di attacco. Ho tolto le mie dita bagnate e lei ha cercato di fuggire ancora una volta, ma nonostante le sue proteste l'ho penetrata facilmente, e rimanendo in ginocchio ho cominciato a muovere il suo corpo avanti e indietro, per far scorrere tutto il mio cazzo nel suo ventre umido. Alla terza o quarta volta andata e ritorno Marianna non protestava più e ha cominciato a gemere piano e poi più forte. La posizione mi eccitava e il suo corpo esile che ha com inciato a roteare era così voluttuoso che non ho potuto resistere a lungo e l'ho inondata del mio sperma.
Lei è caduta sul letto, a gambe larghe, mentre un rivolo di sperma le colava dolcemente dalla vagina. Dopo pochi minuti si è alzata, è corsa in bagno per rimuovere le tracce della nostra scopata furtiva e, vestita di un abito leggero, sotto il quale non portava praticamente quasi nulla, mi ha baciato con leggerezza ed è fuggita al lavoro, con le guance ancora arrossate per il ricordo e l'emozione di ciò che era successo e che lei amava sopra ogni cosa.
Sono rimasto a poltrire a letto fino alle 9, mentre di solito per le 8 ho già fatto la doccia e sono vestito. Faceva già molto caldo e il sole entrava attraverso la grande finestra della stanza. Ero nudo. Ho preso una giacca corta di spugna che metto qualche volta, pensando che questo è il momento in cui Angela di solito si alza e non posso andare in bagno in costume adamitico! Ho chiuso la porta del bagno e fatto una doccia piuttosto lunga e poi mi sono asciugato vigorosamente. Mi stavo facendo la barba, quando ho sentito dei piccoli passi correre per il corridoio e una mano che agitava freneticamente la maniglia ...
- Davide, apri, apri, mi scapa la pipì,... !
Non ho potuto non ridere ascoltando la supplica disperata della bambina. Ho afferrato la mia giacca da bagno in spugna e l'ho indossata rapidamente, prima di lasciare entrare il piccolo tornado che stava davanti alla porta. Si è precipitata verso la seduta del water e si è seduta dopo aver trovato il giusto equilibrio sull'asse, ancora troppo grande per lei e sul quale dava sempre l'impressione di trovarsi in un equilibrio instabile. Indossava una camicia da notte poco abbastanza lungo, di seta rosa, che ha arrotolato senza tante cerimonie fino sotto al mento.
Tenevo in mano il mio rasoio, pronto a continuare il mio lavoro, quando ho sentito il getto di urina che ha colpito con forza la porcellana della toilette. Guardavo nello specchio, ho aperto la bocca per dire: «per fortuna sei arrivata in tempo!», ma la frase mi è rimasta in gola. Lei era lì, in un raggio si sole, con la camicia da notte sotto il mento ... Ho visto per la prima volta i piccoli capezzoli, che avevano appena cominciato a gonfiarsi un po ', poi il mio sguardo ha raggiunto il suo ombelico, ed è scivolò in basso, alla sorgente del getto del liquido dorato ... un piccolo monte di Venere liscio e una fossetta abbastanza marcata, il piccolo picco rosa del clitoride, chiaramente visibile, e la fessura, e il getto che usciva un po' più in alto ... I suoi occhi erano attentamente catturati dal liquido che espelleva...
Ho captato tutto questo in pochi secondi e il mio peno è diventato duro, aprendo improvvisamente la mia vita. Mi sono messo contro il lavandino per nascondere la mia erezione.
Angela si è alzata, ha fatto scendere l'acqua, ha lasciato cadere la camicia da notte nella sua posizione normale, e mio pene si è rammollito un po' ... Angela poi ha fatto passare la camicia sopra la testa e si è chinata in avanti, nuda, verso i rubinetti della vasca per fare il bagno. Il mio cazzo si è indurito di nuovo! Mi sono girato verso il muro, ho fatto due passi verso il muro, rimanendo voltato e dandole il dorso ho riguadagnato velocemente la mia camera.
Mi sono fermato ansimando, spalle alla porta, con la gola secca, chiedendomi che cosa mi stata succedendo. Non ho mai avuto alcuna inclinazione verso i bambini; avevo già visto Angela nuda in molte occasioni, senza mai prestare attenzione, e senza che questo provocasse nessuna reazione fisica in me. La mia erezione si è placata, ma quando ho pensato a lei ho sentito il mio cazzo indurirsi un po'.
- Davide .... Davide ....
Angela mi chiamava perché la sorvegliassi mentre faceva il bagno, come facevamo sempre, perché la vasca era grande e lei la riempiva fino all'orlo per poter giocare sotto acqua; non volevamo lasciarla da sola, per paura che le succedesse qualcosa. Ho esitato qualche secondo ... Prima ho cambiato la mia giacca corta con un accappatoio più lungo, che si chiudeva molto meglio, impedendomi di diventare un esibizionista involontario davanti alla piccola. Poi sono andato in bagno, deciso a mettermi alla prova per scoprire ciò che era potuto accadere pochi minuti fa.
Quando entrai lei saltellava sul tappetino del bagno e mi ha fatto un grande sorriso. L'ho presa per un braccio e lho aiutata ad attraversare il bordo della vasca: lei si è immerso con soddisfazione nell'acqua calda e ha cominciato a giocare con clown in plastica giallo e rosso che ha affondato, fatto riemergere, e di nuovo infilato sott'acqua...
L'ho guardata. Il sole giocava su di lui riflettendosi nella parete piastrellata di bianco e la sua pelle sembrava così fragile. Ancora una volta il mio pene si è sollevato e ha toccato l'accappatoio di panno. Non c'era alcun dubbio: questa bambina di 8 anni mi eccitava sessualmente. Mi sentivo in colpa, ma allo stesso tempo mi sono consolato dicendomi che mai avrei mai potuto farle del male, perché la trovavo adorabile e l'amavo molto. Questa reazione inopinata e inaspettata del mio corpo non era l'estensione di amore puro e onesto che provavo per lei? Per evitare che il rigonfiamento sul davanti dell'accappatoio diventasse visibile mi sono seduto su uno sgabello vicino alla vasca. In questa posizione, allargando leggermente le gambe per fargli un po' di spazio, il mio membro rigido non poteva scioccarla.
La guardavo da vicino e nel dettaglio: i capelli tagliati corti, le orecchie delicatamente orlate, il collo sottile, le scapole marcate e appuntite, il petto dove sarebbe cresciuto il suo seno non era che un timido rigonfiamento con una piccola punta rosa su ogni lato... Si è alzata, uscendo dalla schiuma che mi nascondeva la parte bassa del corpo. Si è voltata e miei occhi si sono posati sul suo sedere, fermo, rotondo, elegante ... Si è un po' abbassata nella direzione opposta, ha allargato leggermente le gambe per essere sicura di non scivolare ... e mi ha la sua giovane fessura... Ho sentito il sussulto del mio pene che accompagna l'eiaculazione e il mio ventre si è contratto mentre lo sperma si spandeva tra le pieghe del mio accappatoio. Non ho potuto fare niente per trattenermi, assorto in un confronto tra il culo di Marianna, mentre la prendevo da dietro questa mattina e la figlia che era a 50 centimetri dai miei occhi da qualche minuto.
Angela si è girata e mi ha porto il guanto di spugna che ho insaponato. Era troppo provato da tutto quello che era appena accaduto... L'ho risciacquata con la doccetta, l'ho tolta dall'acqua e mentre lei andava ad asciugarsi in camera e poi vestirsi ne ho approfittato per lavare le tracce della mia eiaculazione su di me e il mio accappatoio, che ho messo ad asciugare sulla terrazza. Mi sono vestito.
Per tutto il giorno l'ho guardata da ogni angolo per cercare di scoprire che cosa mi stava succedendo. Non ci ho capito niente. Sono riuscito a comportarmi normalmente e lei non mi prestava più attenzione del solito. Quando Marianna è rientrata la sera tutto era normale, ma una volta a letto sono rimasto a lungo sveglio, ritornando a questa mattina e a tutti i dettagli di quello che era successo e ho continuato a ripensare alla pelle di Angela, le sue piccole natiche, alla sua vagina piccola, aggraziata e più liscia della vagina di ogni donna che avevo conosciuto, cercato, succhiato, morso fino ad ora. Mentre evocavo la sua pelle, le natiche o la sua fessura il mio pene di è drizzato, ed è rimasto lì pulsante dolcemente nell'aria. L'ho menato per tre o quattro volte, poi ho preso una decisione per il giorno dopo e mi sono sentito rasserenato, potendo così addormentarmi. Erano quasi le due.
Alle 7 e mezza, quando Marianna ha sbattuto la porta sono balzato in piedi. Avevo la gola secca, ma ho sempre amato il pericolo. Mi sono avvicinato all'accappatoio e mi sono fermato: Angela dormiva di sicuro e mi sono permesso l'eccitazione supplementare di andarmene nudo fino alla sua camera. Ho aperto la porta che lasciavamo socchiusa la notte. Le tende erano chiuse ma la luce forte del sole riflesso dal muro bianco del corridoio bastava a illuminare la scena. Stava dormendo girata di pancia, il cuscino raggomitolato sotto la faccia, e respirava con calma.
Era già caldo, il lenzuolo era scivolato verso terra e la copriva fino a metà del dorso. L'ho preso delicatamente con entrambe le mani e l'ho alzato di una spanna sopra il corpo di Angela, e ascoltando il suo respiro costante per qualche secondo mi sono assicurato che non mi avesse notato. Ho piegato il lenzuolo alzando un po' e l'ho posato delicatamente sui suoi polpacci. Respiravo affannosamente perché non l'avevo fatto per quasi un minuto e io ero sul punto di soffocare. Il suo culo piccolo e rialzato gonfiava la camicia da notte rosa quasi trasparente ed era ormai l'unico ostacolo che dovevo superare. Ho sollevato il fondo della camicia da notte in due o tre punti distanti 15 centimetri e ho dato un bel colpo secco per fare un po' di spazio che mi permette di vedere quello che volevo.
Angela grugnì un po. Mi sono accovacciato ai piedi del letto, in modo che non mi vedesse se avesse aperto un occhio. Il mio cazzo era gonfio di sangue, ma dal momento che avevo un po' paura delle possibili conseguenze del mio gesto se lei mi avesse sorpreso e avesse raccontato tutto a sua madre, sono riuscire a contenere l'ebollizione del mio sperma, che non è stata così urgente come il giorno prima. Lentamente ho alzato la camicia da notte e l'ho arrotolato depositandola appena sopra il sederee. Aveva le gambe quasi unite e non ho potuto vedere quasi nulla. Ho avvicinato il mio volto e respirato l'odore del letto, l'aroma delizioso che fuorisciva dalla fessura tra le sue gambe e mi sono sentito come ubriaco.
Ho cercato di farle aprire un po' le gambe per vedere la sua vagina, l'ho accarezzato dirigendomi verso le ginocchia, pensando di provocare un movimento che mi desse soddisfazione, ma con mio sommo disappunto Angela si è girata sulla schiena mormorando nel sonno e agitandosi in maniera tale che ho attraversato velocemente la porta senza rischi ulteriori. Sono rimasto immobile nel corridoio perché non sentisse i miei passi che si allontanavano e per riprendere fiato, e poi mi sono diretto verso la mia stanza camminando sulle punte dei piedi nudi.
Ero scocciato. Non mi piace perdere, e tanto meno in quel momento. Stavo pensando al modo di gustare tutta la bellezza dei suoi tesori nascosti, come avevo deciso la notte prima, con la sicurezza che non le avrei fatto alcun male.
10, 20 minuti.. Il guanto! Ma sì, certo! Ho messo la mia lunga veste e sono corso in bagno, ho fatto la doccia e mi sono impossessato del guanto di spugna. L'ho fatto cadere per terra dietro la colonna del lavabo e l'ho riempito di un po' di sporcizia che era a terra. Mi sono rasato e sono andato a preparare la colazione.
Alle 9 Angela si è alzata, è corsa a fare pipì, è venuta a darmi un baciò con gentilezza, come ogni mattina, ed ho tornata in bagno per far scendere l'acqua. Ho sentito la vasca riempirsi con un po' di fibrillazione. In attesa di una chiamata:
- Davide, Davide, puoi venire? io faccio il bagno!.
Entrai nella stanza da bagno, era nuda. Invece di prenderla in braccio come il giorno prima l'ho afferrata sotto le ascelle e l'ho sollevata in aria come per gioco. Ha piegato le ginocchia prima di toccare l'acqua blu piena di schiuma.
Mi sono seduto sullo sgabello come ieri, dando spazio sufficiente tra le mie cosce leggermente divaricate al mio pene che si drizzava più che mai. Dopo un quarto d'ora le ho suggerito di insaponarsi per terminare il bagno.Si è guardata intorno, sui bordi della vasca, sul lavandino...
- Davide, dov'è il guanto?
Ho fatto finta di essere sorpreso e mi sono guardato attorno, poi ho "scoperto" il guanto sotto il lavabo e l'ho preso tra due dita con un'aria disgustata.
- Oh, è tutto sporco! ha detto Angela, con un'espressione schifata sul viso. Ha cominciato a saltellare un po ', in piedi nell'acqua blu che le arrivava alle ginocchia.
- Se vuoi ti posso lavare "così"
- Come?
- Posso insaponarti con le mani, perché non so dove sono gli altri guanti...
- Va bene
Il cuore, che mi batteva forte fin dall'inizio, ha dato ancora un'accelerata. Ho depositato il guanto sul bordo dello scaffale appeso al muro e ho visto che la mia mano tremava. Ho afferrato il polso destro con la mia mano sinistra per cercare di controllare il tremore. Angela fortunatamente non ha prestato attenzione a me. Era occupata a soffiare sulla schiuma che era raccolta sulla superficie dell'acqua, dopo averla presa con i palmi della mani.
Mi sono avvicinato a lei. Ho preso una saponetta e sono insaponato le mani mani per ottenere una bella schiuma cremosa, perché sapevo che le piaceva. Lei ha sorriso alla vista di tutta questa schiuma, ben più dolce e promettente di quella che il guanto di spugna le offriva ogni giorno.
Inutile dire che ero emozionato dal momento in cui l'avevo messo nell'acqua, ma indossavo il mio accappatoio e controllavo il gonfiore del mio pene. Sapevo che la situazione sarebbe diventata sempre più eccitante e sono riuscito a controllarmi un po', pensando ai piaceri proibiti che mierano promessi.
Mi sono seduto di nuovo sullo sgabello, e l'ho fatta voltare verso di me. Non sapevo come avrebbe reagito nel momento in cui l'avrei toccato, così ho voluto che non mi guardasse in quel momento.
Ho messo le mie due mani coperte di schiuma rosa sul collo, proprio sotto le orecchie e ha iniziato ad esplorare il suo piccolo corpo. Aveva un collo molto piccolo e piuttosto lunga. Poi sono sceso sul dorso. Le scapole erano prominenti e fragili sotto le mie dita, che vedevo più grandi del solito. Le ho fatto alzare le braccia e ho passato la schiuma sotto le ascelle. Poi sono andato giù fino alla vita, e le mie mani si sono congiunte in fondo alla schiena all'attacco dei glutei. Il mio respiro si è fatto ancora più corto e la mia bocca si è seccata, perché avevo paura, molta paura a causa di quello che stavo facendo, ma non sapevo come avrei potuto smettere .. Ho lisciato i due piccoli globi del suo culetto, e poi ho fatto passare la punte della dita della mia mano destra tra di essi... Le sua masse elastiche e morbide mi hanno fatto passare senza difficoltà e ho sentito il piccolo occhiello del suo ano a contatto con la polpa delle mie dita. Sono scesi ancora .... Più sapone e schiuma per facilitare l'intrusione e la mia mano è scivolata tra le cosce chiuse, la parte superiore del mio dito indice è scorsa con dolcezza nella sua piccola fessura. Angela stava ancora giocando con la schiuma, quasi sdraiata sulla superficie dell'acqua del bagno. Sotto la pressione della mia mano ha allargato meccanicamente le gambe per permettermi di passare più facilmente... Non stavo forse "lavandola"?
Ho insaponato attentamente le gambe, le ginocchia, e l'ho fatta girare verso di me.
Curiosamente mi eccitava meno di faccia che girata di schiena posteriore. Forse perché il suo sguardo o perché avevo ho trovato il suo sedere così bello? Prima di risciacquare ho deciso di godere ancora della visione da dietro e così l'ho fatta girare ancora una volta di schiena. Non sembrava essersi accorta che la stavo insaponando da molto più tempo di quando la insaponavo con il guanto. Era la mia piccola bambola vivente e dal momento che avrei dovuto mettere fine a questa attività rapidamente, contro la mia volontà, sono andato dritto al punto: un sacco di schiuma, le due mani sui piccoli globi dei glutei, in movimenti circolari che si sono riuniti in fretta nella bellissima linea tra le sue chiappe. Ero lì e facevo passare e ripassare il lato della mia mano tra le sue natiche. In seguito ho lasciato che il mio pollice destro "marchiasse" la piccola fessura della vagina e quasi involontariamente ho indugiato sull'ano.
Sentivo un piccolo movimento di Angela all'indietro, verso il mio pollice per la precisione. Sono rimasto basito, non è possibile che a 8 anni... Ho deciso di togliermi ogni dubbio e di ripetere il passaggio. Il mio pollice è risalito molto lentamente, aprendo il suo piccolo culo su ogni lato del suo percorso, quindi si è fermato per qualche secondo sull'ano ... nuova spinta .... L'ho fatto ancora una volta accentuando la pressione... Due piccoli soprassalti verso l'intruso... Sono passato un'ultima volta e questa volta ho spinto decisamente sulla piccola apertura, avrei potuto forzare il passaggio ed entrare... Stessa accettazione da parte di Angela, che mi è venuta incontro appoggiando il buco del culo sul mio pollice.
Angela non soffia più sulla schiuma, era in piedi, con le gambe ancora leggermente divaricate, e aveva l'aria seria, molto seria e un po 'tesa. Mi ha guardato furtivamente e ha abbassato gli occhi, sembrava in colpa ....
L'ho tolta dalla vasca, l'ho asciugata e poi sono corso nella mia stanza in modo rapido. Alcuni fazzoletti di carta hanno raccolto il mio seme, ma il cazzo mi tirava ancora un po'. Ogni volta che pensavo al movimento del suo culo verso il mio pollice, ripetuto più volte volontariamente, mi sentivo drizzare di nuovo! Alla fine mi sono vestito e Angela mi ha raggiunto, anche lei vestita e sorridente come sempre.
Il pensiero di quello che è successo questa mattina non mi ha lasciato un attimo durante il giorno.
Quando Marianna e uscita dalla metropolitana quella sera eravamo lì ad aspettarla. Sulle scale Angela era un passo avanti. Ho premuto la mano sul sedere di Marianna, il mio indice cercava il suo buco del culo, spingendo il tessuto leggero del vestito e facendo scivolare di lato le mutande. Si è fermata immediatamente, rimanendo in equilibrio su un gradino ed ha fatto un movimento delle anche all'indietro per venire incontro al mio pollice... stezza sensazione... stesso movimento!
Mentre si cambiava nella nostra camera ho dato un giro di chiave. Si stava sfilando il vestivo: con questo caldo non portava il reggiseno. Il gancio del vestito si è incastrato tra i capelli e mi ha chiesto aiuto. Invece di aiutarla, le ho abbassato improvvisamente le mutandine e gliele ho tolte del tutto. L'ho buttato sul letto di pancia, con le gambe aperte, e l'ho tenuta ferma con una mano, appoggiandola sulle reni. Con l'altra ho liberato il mio cazzo e l'ho penetrata rapidamente. Mentre andavo e venivo nella sua figa infuocata, ho infilato improvvisamente il mio indice nel suo culo, fino a toccare il mio cazzo attraverso la fine membrana che separa i due orifizi. Nel momento di sborrare mi sono reso che stavo pensando ad Angela...
Michele
Sborrolo
Corrado
Davide
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