Il Rituale

[ pedo, M/f, bond, rape ]

by Chicco

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Published: 9-Jul-2012

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Story Summary
Disclaimer
All people and events in this story are entirely fictitious.

La famiglia t. Era famiglia normalissima, composta dal padre roberto di 35 anni, la madre fabiana di 32 anni, e la figlia vanessa di 9 anni, le persone che le conoscevano dicevano che erano persone molto riservate, e tutti notti dei giorni dispari, il padre e la madre uscivano molto tardi lasciando la figlioletta chiusa in casa da sola. Vanessa sapeva che tutti i giorno dispari i genitori uscivano a mezzanotte e lei doveva rimanere a dormire, una volta che provò a chiedere cosa andassero a fare, i genitori le risposero a molo modo, e le dissero che non doveva fare queste domande, cosi non lo chiese più. Una di queste notti, lei come al solito andò a letto, i genitori uscirono, andarono in una vecchia fabbrica abbandonata, a nord della città, in quel posto loro partecipavano a riunioni di una setta.

Quella notte il capo della setta chiese a roberto e fabiana, che il supremo era irritato con loro ed aveva deciso che gli dovevano dare una prova della loro fedeltà offrendogli, la figlia, in un rituale. I genitori risposero, un po' perplessi, quando dovesse accadere, l'uomo rispose che il supremo lo voleva il prima possibile, loro chiesero ancora in cosa consisteva il rituale, lui rispose che consisteva nel donare interamente la bambina nelle mani del supremo, che il supremo agendo tramite lui, il suo celebrante, avrebbe preso la sua verginità, oltre che la sua vita, tenendola li finche lo avrebbe ritenuto necessario. Loro dissero che sarebbero andati immediatamente a prenderla, il capo gli diede tutto il necessario: un sacco di juta e una corda; disse di legarla, imbavagliarla, e metterla nel sacco, i due coniugi, chiesero cosa avrebbero detto alla gente per la scomparsa di vanessa, lui rispose che dovevano rompere qualcosa e simulare un furto con rapimento della piccola.

I due, tornarono verso casa, entrarono, salirono le scale, andarono nella camera di vanessa, per prima cosa la imbavagliarono, lei tentava di urlare, chiamando il padre e la madre, non riconoscendoli perché erano al buio e a viso coperto, poi la bendarono, ed infine la legarono, la misero dentro al sacco, e la portarono via.

Tornati nella vecchia fabbrica consegnarono il sacco al celebrante dicendo "ecco la nostra bambina come avevate chiesto".

"Bene ora il supremo non è più adirato".

Nello stanzone erano tutti incappucciati, il celebrante tirò fuori la bambina dal sacco, e con l'aiuto di altre 4 persone la legò ad un altare e le strappo i vestiti, tolse anche il bavaglio e la benda che portava sugli occhi, lei si stava urlando e piangendo, si dimenava per provare a liberarsi, il celebrante disse "ora ti donerai al supremo".

"No, non voglio, lasciatemi!!".

L'uomo si slacciò i pantaloni e si tirò fuori il pene, si avvicino alla bambina e disse "apri la bocca".

Vanessa disse di no con la testa, l'uomo allora le diede uno schiaffo e le disse "ora la apri?".

Lei ancora non dava segno di aver cambiato idea, il celebrante la prese nuovamente a schiaffi, ma questa volta la colpi più volte, la piccola apri la bocca, e lui smise di schiaffeggiarla, le mise il pene nella bocca e disse "ora devi succhiarlo". Lei lo fece, dopo pochi minuti lo tolse, si spostò tra le sue piccole gambe, con il pene ormai dritto, si direzionò verso la vagina, e con un colpo secco la penetrò, lei fece un urlo di dolore, e pianse più forte l'uomo intanto continuava senza esitazione, visto la violenza e la foga, ogni volta che l'uomo andava usciva leggermente, dalla vagina usciva sangue, e nel momento che lo andava avanti la bambina sussultava, anche perché lei essendo piccola anche il suo interno lo era oltre che l'uomo era ben dotato, ed ogni volta che rientrava, la punta del pene toccava il fondo dell'utero, questo era un altro motivo dei suoi dolori atroci, lui continuò fino a che non eiaculò dentro. Quando uscì dalla bambina, dalla sua vagina, usciva ancora del sangue, l'uomo invece di pulirla, le infilo due dita dentro, e smosse tutto l'interno, così facendo continuò a far uscire il sangue. Lei piangeva sempre più, lui disse ai seguaci, che lo osservavano, "sta piangendo le lacrime impure, ora per entrare nelle grazie del supremo, dovrà essere purificata".

Prese una bottiglia di alcol, e gliela svuoto dentro e sopra la vagina, lei urlo fortissimo, perché le bruciava tutto. Il celebrante disse "queste urla sono il segno della sua purificazione". Intanto la bambina continuava a piangere, lui disse "il supremo vuole che gli venga donato anche del retto, così potremmo purificarla, ora la dobbiamo legare a pancia sotto". Di nuovo le quattro persone di prima si avvicinarono, la legarono a pancia sotto, la bambina non voleva che gli venisse fatta altra la violenza, e gridava di lasciarla libera, ma il celebrante rispose "non sai quello che dici, verrai purificata".

Si avvicinò al sedere, e con la potenza di prima, penetro anche il retto, la bambina questa volta non urlava più, piangeva solamente, l'uomo anche ora faceva avanti dietro con forza, talmente era il furore, che cominciò a perdere sangue anche da dietro specialmente dovuto alla slabbratura del ano, anche questa volta continuò finche non venne sempre dentro, l'uomo disse "avete visto ora non urla più è stata purificata". Slego la bambina, che esausta tentando di alzarsi cadde a terra, l'uomo la prese in braccio e la portò in un'altra stanza, dove la legò al letto, tornando nello stanzone disse "ora la fanciulla purificata rimarrà qui, in onore del supremo, ora potete andare via, il rito è finito".

I genitori andarono a casa, convinti di avere soddisfatto i voleri del supremo, una creature dagli immensi poteri, in grado di fare qualsiasi cosa.

Tornati a casa, chiamarono la polizia, dicendo che loro figlia era sparita, arrivo la polizia e vedendo la casa sotto sopra dissero che qualcuno era entrato in casa per fare un furto, credendo che l'abitazione era vuota, e che avendo invece trovato la bambina l'avevano rapita, lo stesso pomeriggio trovarono dei brandelli dei suoi vestiti, imbevuti di sangue e di sperma, e dissero che era stata violentata ed uccisa.

Intanto nella vecchia fabbrica abbandonata, la bambina distrutta stava dormendo legata nel letto, all'ora di pranzo arrivò il celebrante per darle qualcosa da mangiare, la svegliò, lei apri gli occhi e impaurita disse "che cosa volete ancora?".

"Niente sono venuto qui solo per darti da mangiare, perché al supremo interessa che tu rimanga viva".

"Perché?".

"Ci servi ancora, ed adesso devi mangiare".

"Non voglio mangiare".

"Invece devi". Le diede due schiaffi e disse ancora "forza apri la bocca".

Vanessa apri la bocca e lui la cominciò ad imboccare finito il pranzo, che consisteva in un po' di minestra e qualche polpetta, chiese "dove siamo qui?".

"Non devi fare domande".

"Ma io volevo solo ...".

"Cosa ti ho detto?".

L'uomo si alzò e lei disse "rimarrò di nuovo da sola?".

"Tornerò più tardi intanto qui rimarrà stefania, ma tu dovrai rimanere bendata". Prese la benda e gliela mise sugli occhi, entro qualcuno, era una ragazza, di circa 24-25 anni, vanessa poteva sentire solo la voce, che era molto dolce che disse "sommo può anche andare rimarrò io con la bambina. L'uomo se ne andò, la ragazza si avvicinò a lei e disse "come ti chiami?".

"Vanessa, tu stefania vero?"

"Si".

"Che ci fai qui".

"Sono qui per badare a te".

"Ma dove sono?".

"A questa domanda non posso risponderti".

"Perché".

"Farei un torto al supremo se le lo direi".

"Ti prego".

"Ho detto no!". Disse con tono adirato.

La bambina rassegnata disse "ok".

Stefania le chiese "ieri sera ti hanno fatto molto male?".

"Si tanto".

"Sappi che se lo provavi era solo perché ti stavi purificando come voluto dal supremo".

"Ma chi è il supremo?".

"Come non lo sai?".

"No".

"È la persona che ci governerà e ci proteggerà".

"E voi ci credete?".

"Non puoi mettere in dubbio queste cose!!!".

"Invece chi era quell'uomo di ieri sera che ora hai chiamato sommo?".

"Il celebrante del supremo, colui che può comunicare con lui".

"Ma perché sono ancora qui?".

"Perché sei l'oggetto dei rituali".

"L'oggetto?".

"Esatto, questo e il periodo dei rituali, di solito al posto tuo c'era una donna adulta della setta, invece ora ci sei tu, perché il supremo voleva una giovane fanciulla vergine da iniziare a lui".

"Dunque vuol dire che dovrò subire ancora quello che ho subito ieri?".

"Si, ma dovresti essere contenta, sei vicinissima al supremo".

"Ma io non voglio".

"Se succede e il supremo che lo vuole, dunque non ti puoi ribellare".

"Ogni quanto succede il rituale?".

"Per questi 3 giorni tutti i giorni, altrimenti un giorno si e uno no".

"Ho capito, anche tu assisti a questi riti?".

"Si, assistono tutti gli adepti".

"Gli adepti sono le persone incappucciate?".

"Si".

"Erano adepti, anche gli uomini che mi hanno legato?".

"Si, ma ora fai un po' troppe domande".

"Ma io".

"Niente ma, basta domande".

"Va bene"

"ora ti devo lasciare sola, ci vediamo tra un paio d'ore".

"Va bene, ma non posso coprirmi?".

"No il supremo vuole così".

"Ma se arrivasse qualcuno?".

"Ti vedrebbe così".

"Non voglio".

"Invece devi, io ora vado, ti tolgo la benda, ma tu tieni gli occhi chiusi altrimenti ti dovrei fare del male".

"Ok".

Le tolse la benda dagli occhi e se ne andò.

Qualche ora più tardi, nella vecchia fabbrica, entrò qualcun'altro, lei cominciò ad urlare "aiuto, sono qui, venite mi a salvare".

La persona non rispose entrò nella stanza e disse "è inutile che urli qui non viene nessuno", era un uomo, anche lui incappucciato, si avvicino alla bambina e disse "sono qui per te".

"Cosa vuoi da me?".

"Ti volevo avvertire che tra poco comincerà un altro rituale".

"Oh no, non voglio, ti prego".

"E inutile che ti appelli a me, io sono solo un adepto non sono nel il celebrante, e ne il supremo".

Vanessa disse piangendo "è quando succederà".

"Tra circa 4 ore, ora devi mangiare".

Impaurita dalle possibili reazioni dell'uomo rispose "ok".

Mangiò, quando finì, l'uomo disse "ora ci divertiamo".

"Cosa vuoi fare?".

"Lo so io".

"Che vuol dire".

L'uomo non rispose, si avvicino a lei è iniziò a toccarla, lei gli disse di fermarsi ma lui non lo fece, portò la mano fino alla vagina, e le infilo due dita dentro, lei piangeva implorandogli di smettere, invece lui continuava, passando dalle due dita alla mano intera, lei piangeva sempre più forte, infilò la mano fino al fondo della vagina, quasi a toccare l'utero, lei provava un dolore infernale, ma più si disperava e più l'uomo ne era felice e ne rideva. Ad un tratto si fermò, sfilò la mano, e si leccò le dita, e disse "torno dopo, che ti dobbiamo preparare per il rito".

E se ne andò, appena rimase da sola vanessa cominciò a piangere, ed a pensare perché le fosse successo questo, e chi l'avesse portata via, poi penso ai riti, che di solito avvenivano un giorno si e uno no, e che per tre giorni accadevano tutte le sere, e pensò che erano i stessi momenti che si assentavano i genitori, e gli venne una sensazione che i genitori fossero stati a portarla li, ma poi penso che i suoi genitori non le avrebbero fatto questo.

Mentre pensava e piangeva si riaddormentò, in tarda serata l'uomo tornò con altre tre persone, dopo averla svegliata la slegarono, le fecero indossare una tonaca rossa, la portarono nella stanza dove era stata sottoposta alla violenza del giorno prima, la misero nuovamente all'altare, legandola e la imbavagliandola, dopo un po' gli adepti entrarono, ed entrò anche il celebrante, si avvicinò alla bambina e disse "sei pronta al rito". Lei con la testa disse di no, lui comincio a parlare con la gente, e disse "oggi, la seconda giornata del periodo dei rituali, il supremo vuole una prova da uno di voi". Scese tra la folla e prese uno di loro, e lo portò vicino all'altare, e disse "ora tocca a te, il supremo vuole avere la bambina tramite il tuo corpo". L'uomo disse sottovoce "non posso".

"Tu devi".

"Va bene", l'uomo non voleva perché era proprio il padre della bambina. Il celebrante disse "mi raccomando non parlare, altrimenti ti riconoscerebbe".

Rispose di si con la testa.

Il celebrante si avvicinò alla bambina, e le tirò su la tunica, il padre intanto si avvicinò, e tirò fuori il pene, il celebrante disse "avvicinati alla sua bocca". Poi riferendosi alla bambina gli disse "succhia il pene".

Lei avendo visto che se non faceva ciò che chiedevano, sarebbe stata picchiata, lo fece, appena divenne duro, il celebrante lo fece smettere ed avvicinare alla vagina e gli disse di penetrarla con forza e senza esitazione, direzionò il pene verso il foro della vagina, e con un colpo la penetro, la bambina ancora indolenzita per il giorno prima urlò, il padre esitò un attimo, ma il celebrante gli disse che se si fermava era un tradimento verso il supremo, allora lui non si fermo, l'uomo fortunatamente per la bambina era meno dotato del celebrante, ma comunque lei provava sempre dolore, e come il giorno prima cominciò a sanguinare, dopo circa dieci minuti di questa tortura il padre stava per venire, il celebrante disse che non doveva venire dentro di lei, allora tirò fuori il pene, e venne in terra vicino all'altare.

Il celebrante, si avvicino nuovamente alla bambina, chiamo altra 4 persone e la fece togliere all'altare, la fece appendere per le braccia ad un gancio che scendeva da soffitto, le gambe gliele fece legare al terreno facendole restare larghe, tra le gambe ci mise una bacinella, dove ci sgocciolava il sangue, il celebrante gli diede un pugno sulla pancia, con questa azione dalla vagina usciva più sangue, poi disse alla folla che il sangue era in onore del supremo e che poi sarebbe stato messo sotto l'altare.

Per far uscire più sangue dal corpo straziato della bambina, prese un grosso bastone, si avvicino a lei e glielo infilò nella vagina movendoglielo all'interno, appena lo tolse fuoriuscì ancora più sangue, poi non contento si inginocchiò di fronte a lei, chiuse il pugno e lo infilò nella sua vagina, una volta dentro, aprendo e chiudendo la mano, colpì i lati ed il fondo, lei fece dei forti lamenti di disperazione, perché provava un dolore atroce, appena smossa per bene, sfilò la mano, a vanessa cominciò ad uscire moltissimo sangue, lei piangeva fortissimo, il celebrante continuava a parlare a tutti, ma la bambina non lo ascoltava più per il gran dolore che provava e perché stava perdendo le forze, dopo un po' perse anche i sensi, la lasciarono li fino alla fine della cerimonia, circa un ora e mezza, il sangue ormai si era quasi del tutto fermato, ma lei era ancora viva, la riportarono nella stanzetta e la legarono al letto ancora svenuta, misero il suo sangue sotto l'altare, e se ne andarono tutti, la pomeriggio seguente il celebrante la andò a svegliare, era molto pallida per via del molto sangue che aveva perso la sera prima, lei non parlava perché era troppo fiacca, il materasso era tutto sporco di sangue e di pipì, che quando era svenuta aveva fatto, la pulì e se ne andò, un paio d'ore più tardi, arrivarono due uomini per cambiare il materasso e per lavarla, la alzarono e la legarono ad un altro gancio che si trovava in camera, e con un tubo la lavarono, lei non diceva niente, ormai aveva paura che gli facessero qualche cos'altro.

Appena finito di lavarla la ripresero e la rimisero legata a letto, in quel momento entrò stefania, portava un cappuccio in testa per non dover far bendare la bambina, disse agli alti di andarsene che ci avrebbe pensato lei. Gli uomini se ne andarono, lei rimase sola con la bambina, le fece mangiare cose molto caloriche e le disse "ti serviranno energie oggi".

"Perché?".

"Ti aspetta una notte ardua".

"Cosa succede stanotte?".

"C'è il rito prolungato".

"Che cos'è?".

"Beh è un rito che dura fino a domani alle 11 di mattina, insomma tutta la notte".

"Che faranno in questo rito?".

"Non lo so cambia ogni volta, è a discrezione del sommo".

"Sono troppo fiacca per resistere".

"Lo so, infatti mi dispiace per te".

"Tu non puoi fare nulla".

"No, non posso contraddire il supremo, se il supremo vuole così, così sarà".

"Ho tanta paura".

"Ti capisco, spero che domattina stia bene, ora vado".

"Speriamo".

La sera verso le 9 di sera, arrivarono 4 uomini, per riportarla nello stanzone dove avvenivano i riti, la legarono sull'altare, dopo una decina di minuti arrivò il sommo, e riferendosi agli adepti disse "questo è l'ultimo giorno dei riti, da domani ricominceremo a vederci un giorno si e uno no, ora può cominciare la lunga notte del rituale".

La folla gridava "viva il supremo, viva il supremo!!!".

"Oggi questa giovane fanciulla, ci darà la purificazione a tutti".

Prese da vicino all'altare la bacinella dove era stato messo il sangue, intinse le mani nella bacinella e comincio a sporcare il corpo di vanessa, poi chiamò delle persone per aiutarlo, andarono 2 persone, lui gli disse di tenergli la bocca della piccola aperta, lui le fece bere il suo stesso sangue, lei cominciò a tossire, ma con la mano messa davanti alla bocca lui le fece rimandare tutto giù, tirò fuori dai pantaloni il pene, e lo mise nella bocca della bambina, e se lo fece succhiare, finche non gli venne in bocca, e gli fece inghiottire anche quello.

Andò davanti alla vagina della bambina, prese un bastone molto grande lo bagnò con la saliva, ed iniziò a penetrarla, lei ricominciò a piangere ed a lamentarsi, lui si fermo, sfilò il bastone, si prese il pene con le mani, e se lo fece indurire, e la penetrò totalmente, lei ormai non sanguinava quasi più. Senza venire, lo tirò fuori, fece girare la bambina e le penetrò il sedere, e dopo un bel po' venne questa volta nel sedere, lei piangeva, una volta rimessa supina, chiamò quindici uomini e disse di farsela uno per uno, e di venirgli tutti dentro, e così fecero. Quando finirono tutti e quindici, dalla vagina colava tutto lo sperma e lei era mezza svenuta e non piangeva neanche più.

Alcuni di loro la presero e la attaccarono al gancio della sera prima, il celebrante prese due bastoni, uno glielo mise nella vagina, l'altro nel sedere, e cominciò a spingerli avanti ed indietro, lei svenne dal dolore, ma in quel momento fortunatamente nella vecchia fabbrica entrò la polizia, perché cercava questa setta ormai da anni e l'aveva trovata nel momento giusto, liberarono la bambina e arrestarono tutti, appena fu liberata lei svenne nelle mani di un poliziotto che la portò all'ospedale.

Una settimana dopo, lei stava bene, chiese dei suoi genitori, ma la polizia gli diede una notizia terribile, che i genitori erano stati arrestati perché erano stati loro a portarla in quella setta, venne portata in un istituto e poi affidata ad una nuova famiglia, ma la sua vita non fu mai normale.

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